In qual modo potrò diventar santa? Facendo meglio che posso le azioni che mi verranno imposte ogni giorno.
IL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE
Madre Clelia nel cammino verso la santità
Il processo di beatificazione di Madre Clelia è ha mosso i primi passi nel 1988, su richiesta della Congregazione delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù. L’apertura del Processo Diocesano è avvenuta a Roma due anni dopo. Alla chiusura del processo nel 1998, ben sessanta testimoni dell’Italia, degli Stati Uniti e del Brasile avevano dato la loro testimonianza sulla santità di Madre Clelia.
Il 21 dicembre 2016 papa Francesco ha firmato il decreto di venerabilità della Serva di Dio per poi sottoscrivere il 26 gennaio 2018 il decreto di riconoscimento del miracolo, ottenuto per intercessione di Madre Clelia. Con questo atto si è conclusa la fase romana del processo di beatificazione.
Il 3 novembre, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, a Roma, Italia, si è celebrata la Messa di Beatificazione di Madre Clelia Merloni.
IL MIRACOLO
La storia del miracolo risale al 14 marzo 1951, quando il medico brasiliano, Pedro Ângelo de Oliveira Filho venne colpito improvvisamente da paralisi progressiva ai quattro arti. Venne ricoverato d’urgenza nell’Ospedale Santa Casa de Misericordia di Ribeirão Preto. La diagnosi fu di paralisi ascendente progressiva chiamata sindrome di Landry o Sindrome di Guillain-Barré. In poche settimane la paralisi si aggravò, provocando insufficienza respiratoria acuta e giungendo fino alla glottide con conseguenti grandi difficoltà nella deglutizione.
La prognosi era infausta vista la gravità dell’affezione e i rimedi dell’epoca insufficienti alla guarigione, tanto che i medici decisero di sospendere i trattamenti, essendo ormai la paralisi giunta alla gola. Il 20 marzo il malato respirava con grande difficoltà e riusciva appena a deglutire la saliva. I medici informarono i familiari che quella sarebbe stata la sua ultima notte. In quella situazione, Angelina Oliva, la moglie del malato, si recò da Suor Adelina Alves Barbosa per chiedere preghiere. La religiosa le dette una novena a Madre Clelia, con un’immaginetta contente un pezzetto del tessuto del velo da lei indossato. Suor Adelina insieme con Angelina, i suoi figli e altri parenti si misero a pregare immediatamente. Suor Adelina si avvicinò al malato e gli diede un bicchiere d’acqua dove aveva messo la piccola reliquia. Il malato stava malissimo, ma riuscì a prendere un po’ di quell’acqua. Dopo qualche minuto si accorsero che riusciva a deglutire e non perdeva più la saliva. Suor Adelina provò a dargli un cucchiaio di acqua e lo bevve, poi mise due dita di acqua in un bicchiere e glielo fece bere. Allora, versò del latte in un bicchiere e lo porse al malato che lo bevve senza problemi.
Tutti rimasero meravigliati del rapido miglioramento, tanto che la suora andò in cucina a preparare una crema e Pedro Ângelo la inghiottì facilmente. Il medico di guardia che giunse al mattino, nel vedere il paziente guarito, esclamò che si trattava di un miracolo. Il miglioramento fu progressivo e nel giro di 20 giorni Pedro Ângelo camminava normalmente. Il 6 maggio venne dimesso, perché la guarigione fu completa, permanente e senza ricadute né segni dei sintomi. Il medico morì il 25 settembre 1976 per arresto cardiaco, quindi per una causa completamente diversa dalla sua precedente malattia e a venticinque anni dalla sua guarigione miracolosa.