Questa sera su Tv2000 (alle 20.55) prima visione del film “Cento Cuori” sulla vita della beata Madre Clelia Merloni dove c’è una parte in “rosa” di Prato. Protagonista è Silvia Budri, attrice di Campi Bisenzio, cresciuta alla scuola di Pamela Villoresi, anche lei fra gli interpreti, insieme a Remo Girone, Massimo Bonetti, Victoria Zinny e Beatrice Fazi con la regia di Paolo Damosso.
Madre Clelia Merloni è stata la fondatrice della Congregazione delle Apostole del sacro cuore di Gesù, beatificata il 3 novembre 2018. Il film è stato girato lo scorso anno a Roma e racconta gli ultimi trent’anni di vita della religiosa, vissuta fra tra il 1861 (nacque a Forlì) e il 1930, quando morì proprio a Roma. Silvia Budri, 55 anni, ha un doppio ruolo nel film, come gli altri attori, per un accostamento fra passato e presente e interpreta anche Giulia De Magistris, una insegnante dei nostri giorni. Per rendere ancora più attuale e stimolante la vita di Madre Clelia, Damosso ha messo in parallelo l’esperienza della Beata ai sui tempi e quella di una comune donna di oggi, alle prese con una dimensione esistenziale del tutto diversa da quella di un secolo fa. Ne viene fuori una visione sinottica di due storie, belle, piene di passione e fantasia.
“Sono due storie diverse – racconta Silvia – ma hanno un qualcosa che le unisce e lo scoprirete vedendo il film. Per interpretarlo ho vissuto realmente nel convento della Congregazione a Roma per conoscere a fondo i rituali della vita monastica”. E sul set ha ritrovato Pamela Villoresi: l’amicizia fra loro risale agli anni 90 quando Silvia entrò nel laboratorio teatrale che la Villoresi aveva aperto a Prato e fu scelta fra 300 candidati per un ruolo da protagonista nella tragedia “Iliona”.
La Budri ha recitato in fiction come “Distretto di polizia”, “Un medico in famiglia” , “Ho sposato uno sbirro” e “Don Matteo” e poi tantissimo teatro a fianco di attori come Oreste Lionello, Arnoldo Foà, Orso Maria Guerrini. In “Cento Cuori” Pamela è suor Elisa e anche la professoressa Ada Mancini. Chi era Madre Clelia Merloni? “La sua caratteristica – prosegue Silvia – era quella di riuscire a perdonare chi la contrastava o chi le aveva fatto del male. E per questo è chiamata la donna del perdono”. Damosso per la parte ha pensato subito a Silvia: “Non me lo aspettavo, devo essere sincera ma le cose belle arrivano all’improvviso”. Cento cuori è l’originale modalità di saluto che aveva Madre Clelia nelle lettere, che concludeva sempre con “Vi saluto con cento cuori”.
Fonte: La Nazione